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Viola Talentoni, nata a Livorno da genitori forlivesi, ha vissuto vicinissimo al mare gli anni
dell’infanzia e dell’adolescenza. Il babbo, medico condotto di una
piccola frazione a sei km da Livorno, Antignano, aveva comprato un terreno sul lungomare per
costruirvi una villetta, dove con la moglie e i tre bambini vissero anni molto sereni prima dell’ultima guerra. La mamma aveva il pollice verde, e il grande giardino era pieno di cespugli di pitosfori e oleandri, con piccole aiuole rotonde di gerani e verbene che fiorivano per tutta l’estate. Da tutte le finestre della casa si vedeva il mare. Viola ha una sorella maggiore e un fratello minore, e nessuno dei tre vive più a Livorno. Purtroppo la guerra distrusse città e famiglie. La casa in riva al mare fu distrutta da una bomba, nella quale morì la madre di Viola. Il babbo, disperato, portò i tre figli adolescenti nella casa di campagna della sua famiglia a Rovere vicino a Forlì, pensando che sarebbero stati al sicuro durante il passaggio del fronte. Ma non fu così, anche nella serena campagna romagnola ci furono bombardamenti e mitragliamenti. I tre ragazzi per molti mesi rimasero separati anche dal padre, il quale però,appena possibile, con mezzi di fortuna andò a riprenderli per riportarli ad Antignano. Viola era brava a scuola. Aveva un’ottima memoria e imparava con facilità. A ventitre anni si laureò in Farmacia, e nello stesso anno si sposò con un chimico farmacista conosciuto all’Università, andando a vivere a casa dei suoceri a Livorno; cominciò così il suo primo doloroso distacco dal mare. Però a piedi, o in bicicletta, poteva raggiungere spesso il lungomare, da sola, col marito e poi col figlioletto Gianni, che era adorato dai genitori e dai nonni. Anche quelli furono anni sereni. Il marito Mario Nigro era farmacista presso l’Ospedale di Livorno. Viola leggeva, studiava inglese e francese e si occupava a tempo pieno del piccolo Gianni. Quel periodo sereno finì, perché Mario Nigro era divorato da una passione, voleva fare il pittore, e dedicare la vita alla pittura. E così la famigliola si trasferì a Milano, dove Mario sperava di vivere vendendo i suoi quadri, cosa in realtà difficilissima. Per fortuna Viola trovò quasi subito un impiego nella ditta farmaceutica Gruppo Lepetit, dove con la sua conoscenza di inglese e francese potè occuparsi delle registrazioni sanitarie nei paesi esteri dei prodotti Lepetit. Furono anni difficili. I problemi finanziari, la vita e gli ambienti troppo diversi che Viola e Mario frequentavano, provocarono un distacco nella coppia, che resistette fino a quando Gianni si sposò, poi i due coniugi si separarono. Quando Viola cessò l’attività lavorativa era ancora piena di energia e cominciò a dedicarsi alla scrittura. Tradusse due romanzi di avventura dall’inglese per la Mondadori, per alcuni anni scrisse le Vicende Vissute per una rivista femminile. Si trasferì in Romagna, nella casa di famiglia ormai quasi sempre vuota a Rovere. C’era un bel giardino grande che le ricordava quello della casa distrutta di Antignano, anche se purtroppo lontano dal mare. La scrittura l’ha sempre aiutata a vivere serenamente. Ha pubblicato nel 1991 un romanzo ambientato nella campagna romagnola, Il campo di erba medica. Nel 1993 una raccolta di racconti dal titolo Passeggiata. Poi tre biografie di autori romagnoli del Novecento: Vita di Renato Serra, nel 1996; Vita di Rino Alessi, nel 1998, Vita di Max David, nel 2000. Nel 1996 inventò una rubrica dal titolo Ritratti d’Autore per la rivista di cultura e folklore romagnolo “LA PIE”. Ogni volta traccia il profilo di vita e professionale di uno scrittore romagnolo vivente. Ne ha pubblicati più di cento, e spera di poter continuare. Nel 2013 ha pubblicato un altro romanzo, Il sole dietro le nuvole, con una casa editrice toscana, MdS, gestita da due giovani donne. E’ un romanzo basato sugli avvenimenti tragici dell’ultima guerra, che non devono essere dimenticati, ma servire di monito per le nuove generazioni. |